LA FORMAZIONE DEGLI ADULTI
di Alberto Marano
Una breve storia
Le principali tappe di questa evoluzione italiana sono strettamente legate allo sviluppo delle imprese che ha: avuto funzione trainante sui contesti organizzativi.
Anni '40 - '50
La formazione come la intendiamo oggi è praticamente sconosciuta; le
parole magiche sono: addestramento e formazione professionale; l'impera-
tivo categorico è produrre. Timide iniziative mutuate da modelli esteri
(U.S.A.) sono totalmente rigettate (corsi IPSOA, corsi T.w.i.); solo alcuni
tentativi sopravvivono (CUOA a Padova, ISIDA a Palermo, IFAP a Roma).
Fine anni '50 - fine anni '60
Nelle grandi città del triangolo industriale, accanto a grandi centri di
addestramento pubblici e privati che incominciano a declinare, appaiono
nelle aziende multinazionali i primi programmi di formazione per il
management. Il modello autoritario entra in crisi. I formatori sono tecnici
e specialisti del know-how aziendale.
Fine anni '60 -1976
Inizia a diffondersi sempre più la necessità di sostituire il modello autoritario
di gestione del personale con nuovi metodi. Accanto a sacche di resistenza
ostentata, nascono i primi centri di formazione (FIAT, Montedison) e le
prime associazioni di formatori (AIF). L'evoluzione della formazione e del
tutto coerente con l'evoluzione socio-organizzativa del sistema delle imprese.
Si afferma la figura professionale del formatore-coordinatore.
1977- 1985
I programmi di formazione manageriale hanno ormai uno sviluppo
tumultuoso e inarrestabile. Anche nelle banche e in altre società di servizi
i piani di formazione per migliaia di quadri diventano la regola. Tutti i
soggetti istituzionali (imprese, enti pubblici, associazioni datoriali)
finanziano scuole, centri, master. Accanto alla formazione efficace compare
la formazione apparente, di moda, sottoprodotto forse inevitabile di ogni
crescita economica. II ruolo del formatore è legittimato nell'organizzazione.
Anche sindacati e partiti politici si interessano della formazione.
1986- 1994
Master e corsi di specializzazione post-laurea si moltiplicano e vengono
sempre più importate dall'estero metodologie formative innovative. La
qualità media della formazione si stabilizza; coesistono iniziative eccellenti
con altre improvvisate e scadenti.
La formazione si affranca dalle anguste Direzioni del Personale e si integra
con le funzioni di Organizzazione e Comunicazione. II formatore si
trasforma in un esperto di sviluppo organizzativo.
Persistono tre storiche dicotomie italiane:
La formazione dei formatori
Se riandiamo con la memoria ai primordi della formazione in Italia, ci
tornano in mente persone che abbiamo incontrato nei nostri primi anni
di lavoro in azienda e ci ricordiamo che si facevano chiamare "formatori".
Se ripercorriamo con lo sguardo gli scaffali di una biblioteca, tra gli anni
'60 e '80, troviamo al massimo una decina di pubblicazioni, per lo piu
traduzioni di testi anglosassoni, che affrontano il tema della formazione.
Una di queste "perle" ha il titolo significativo di "Manuale
dell'addestramento".
Gli addestratori di quegli anni eroici hanno un profilo professionale molto
vicino a quello degli attuali docenti tradizionali esperti/competenti che
affollano ancora numerosi tanti cosiddetti centri di formazione.
Successivamente, accanto a queste figure classiche, con il declino del
fenomeno addestrativo, emanazione di un sistema produttivo basato sulle
competenze/professionalita, da almeno una decina di anni si e andato
delineando e affermando il profilo del formatore come figura professionale
emergente.
Come ha evidenziato una recente ricerca qualitativa su "Le specificità della
formazione in Emilia Romagna", molti di questi formatori con diversi
bagagli culturali (tecnico-specialistico, sociologico, psicologico,
aziendalistico puro) hanno iniziato ad operare in aziende medio-grandi,
con competenze e ruolo inizialmente diversificati e poi via via sempre più
affinati e meglio identificati.
Questa tendenza è nella natura stessa della formazione che agisce
direttamente sulla cultura e sui comportamenti prima che sulle competenze.
Le imprese, negli anni a cavallo tra il 1980 e il 1990, piu che sulle
professionalita, hanno dovuto far leva rapidamente sul sottosistema
culturale, cioe su variabili impalpabili, per trasformare obsolete strutture
autoritarie e meccaniche in modelli snelli, flessibili, innovativi, integrati.
In coerenza con queste tendenze, i formatori hanno dovuto acquisire nuove
conoscenze e competenze quali la psicologia dell'apprendimento nell'adulto
ed hanno.avuto il merito di darsi un'associazione professionale (AIF) che
in pochi anni e passata da un ristretto club milanocentrico a rappresentare
le istanze di sviluppo professionale di migliaia di soci in tutta Italia.
Per merito dell'Associazione, accanto alle innovazioni metodologiche e dei
contenuti e stato individuato il terzo fattore: I PROCESSI.
L'aver metabolizzato che la formazione e un processo fatto di attività
complesse e che e necessaria per lo sviluppo professionale e culturale dei
singoli ha con AIF, e sulla sua scia numerosi enti, università e società
di consulenza, a varare programmi di formazione-formatori con l'obiettivo
di trasfoHnare la tendenza al puro business in segnali di crescita qualitativa.
La caratteristica prioritaria di un programma di formazione-formatori deve
essere quella di diffondere la cultura professionale del formatore oltre che
di consolidare le capacità connesse al ruolo di Esperto di Gestione dei
Processi di Apprendimento negli Adulti. In base a questo approccio, le
componenti specialistiche, proprie della professione, vengono coniugate
con la lettura della realtà organizzativa, per sviluppare capacita di
interpretazione ed intervento sui fenomeni del contesto organizzativo.
L'andragogia
Che cosa sappiamo, effettivamente, delle caratteristiche specifiche
dell'adulto che apprende?
Da circa vent'anni, alcuni studiosi stanno compiendo ricerche per mettere
a fuoco i tratti distintivi di una disciplina ancora poco diffusa, ma che
costituisce il necessario punto di partenza per lo sviluppo di una nuova
efficacia della formazione.
La formazione degli adulti pone problemi le cui soluzioni sono molto diverse
da quelle che si danno alla formazione dei bambini.
Tra i fattori di specificita della persona che apprende consideriamo (vedi
Knowles) quelli particolari derivanti dall'eta adulta.
PEDAGOGIA | ANDRAGOGIA |
II bambino all'inizio e privo di conoscenze. | L'adulto ha un vissuto individuale importante e una formazione scolastica diversa da quella di altri adulti. |
L'insegnante conosce i programmi ed ha idee precise su come trasferirli alla classe. | II formatore non ha alcuna idea delle conoscenze e non sa prima come trasmettera al gruppo |
L'esperienza personale del bambino e modesta. | L'esperienza dell'adulto e superiore alla conoscenza che ricevera in aula. |
L'insegnante cerca di portare la classe al livello superiore. | II formatore dell'adulto sa che ogni partecipante arrivera con percorsi diversi. |
La motivazione ad imparare e legata al voto. | La motivazione e legata all'interesse per I'argomento. |
La formazione e, da tempo, alla ricerca di una soddisfacente definizione
del proprio soggetto. A tale ricerca, naturalmente, la costringe la propria
condizione di scienza umana, il cui statuto e di natura relazionale.
Gia nel 1985 G.P. Quaglino (Fare Formazione) poneva il focus del suo
lavoro sulla definizione del soggetto: formatore-discente.
Da allora sono seguiti anni intensi e significativi per lo sviluppo della
professione del formatore. A tale sviluppo hanno contribuito gli apporti
delle discipline e delle teorie che hanno saputo indicare la consapevolezza
della centralita del soggetto conoscente.
Una importante tappa del processo di costruzione della visione corretta
della natura e del ruolo della formazione e costituita dal bel libro di Duccio
Demetrio, "L'eta adulta. Teorie dell'identita e pedagogie dello sviluppo",
nel quale al centro dell'analisi e il soggetto della formazione: I'UOMO
ADULTO.
Il futuro della formazione
L'incertezza e la crescente complessita del mondo in cui ci troviamo a vivere
a volte ci fanno perdere di vista le tracce "del nostro futuro".
Lo studio e la diffusione delle conoscenze dei modelli di apprendimento
degli adulti (an iragogia), i diversi approcci verso il mercato e i discenti,
I'evoluzione dklla figura classica del formatore verso la figura di gestore
di processi fotnativi complessi rappresentano le possibili tracce da seguire
per andare verso una formazione nuova.
I percorsi, per cosi dire essenziali, che i formatori dovranno seguire sono:
A - Sistema di valutazione e sviluppo
In un passato cosi recente da apparire ancora presente, i profili professionali
si costruivano partendo dalla posizione ed attribuendo ai ruoli delle
caratteristiche standard: il progettista doveva essere un tecnico,
I'amministrativo doveva essere un ragioniere, il venditore doveva sapere
di marketing mix, e via dicendo.
Lo scenario sul quale competono le aziende si e molto differenziato, anche
se molti non se ne sono ancora accorti, e non e opportuno restare vincolati
all'idea che la professionalita, le competenze, le capacita, siano determinate
dalla posizione o dal ruolo e che dunque e il ruolo l'obiettivo della
formazione.
La professionalita e in funzione prima di tutto del contesto in cui opera,
cioe del settore di business.
L'Amministrazione e Finanza, ad esempio, sembrerebbe una funzione
impermeabile a qualsiasi mutamento; eppure se compariamo una societa
di engineering e una societa di esplorazione petrolifera ci accorgiamo che
nella prima la finanza e diventata una leva di marketing mix dell'offerta,
mentre nella seconda e la gestione del rischio di cambio il problema
dominante.
In Progettazione Meccanica il progettista piu ricercato era, fino a pochi
anni fa, quello che sapeva creare prodotti totalmente nuovi; adesso sono
ricercatissimi i progettisti che realizzano il massimo dell'innovazione
cambiando il meno possibile.
Siamo passati cioe da progettisti orientati al prodotto a progettisti orientati
al cliente.
Dunque, la progettazione formativa sara sempre meno standard e sempre
piu orientata a sostenere la cultura organizzativa dell'azienda che deve
competere.
B - Sistema di valutazione delle prestazioni
La valutazione delle prestazioni e spesso vissuta come un processo diretto
a dare un giudizio sull'interessato, dal quale discende un'influenza piu o
meno immediata sulla retribuzione, mentre lo scopo di fondo e quello di
finalizzare le energie indicando il piu chiaramente possibile le mete a cui
ciascuno deve tendere.
Agganciare alla valutazione delle prestazioni una serie d'interventi formativi
conseguenti significa farne uno strumento di sviluppo del contributo e
quindi della professionalita dei singoli.
C - Sistema di valutazione del potenziale
La valutazione del potenziale mira a programmare la mobilita verticale e
orizzontale delle persone all'interno delle organizzazioni proiettandole verso
posizioni in cui possano affermare qualita latenti considerate utili dalla
struttura.
Ancora di piu della valutazione delle prestazioni, I'analisi del potenziale
da automaticamente luogo alla programmazione di investimenti formativi.
Alla fine, ad esempio, di un'indagine sul potenziale di una popolazione
(quadri in R&S) e possibile avere come sottoprodotto un "rapporto" che
contiene indicazioni pertinenti sulla cultura organizzativa, sul clima, sui
punti forti e deboli in termini di competenze, capacita e atteggiamenti-
orientamenti che costituiscono il fulcro di ogni analisi del potenziale.
La tavola 1 (tratta dal libro di Enrico Valdani "Marketing strategico",
Edizioni ETAS) raffigura la rilevanza delle necessita di operare
sull'ambiente interno e sui piani di sviluppo organizzativo in stretta
connessione con le altre variabili di gestione aziendale.
In termini pratici, significa considerare l'impatto economico delle azioni
volte alla gestione dello sviluppo delle risorse umane, studiando, per
esempio, I'impatto della formazione sui miglioramenti di performance.
TAV. 1 - Variabili ambientali e variabili aziendali
Considerazioni conclusive
In un mercato difficile come l'attuale, la formazione deve cercare dentro
di se le motivazioni della sopravvivenza.
Tutti i passaggi che abbiamo sommariamente accennato si collegano, per
l'appunto, nel circuito di sviluppo delle risorse umane.
Da ciascuno di essi scaturiscono compiti essenziali per la formazione.
La formazione si collega alla ricerca e selezione per disegnare i percorsi
che porteranno le persone, di nuovo inserimento o di nuova promozione,
dal livello di capacita posseduto a quello necessario per avere successo;
individuedfnella struttura le esigenze di formazione relative alle diverse
posizioni e ai diversi ruoli; ricavera dal processo di valutazione i bisogni
di professionalita che deve ancora soddisfare e le indicazioni di quali valori
e comportamenti l'azienda premia e su questi ultimi modellera obiettivi
e contenuti di apprendimento.
In tal modo, in un sistema coerente di sviluppo delle risorse umane (R.U.)
di cui e parte integrante, la formazione sara in grado di esprimere al
massimo il proprio contributo allo sviluppo delle aziende.
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