LA CONSULENZA DI DIREZIONE E DI ORGANIZZAZIONE AZIENDALE ED
IL TERZO MILLENNIO
di Antonio Guitto - Presidente ASSOCONSULT Lombardia
Il settore della consulenza di direzione si avvicina all'anno 2000
sostanzialmente in buona salute.
I dati relativi alla seconda metà degli anni '90, sia a livello mondiale che
italiano, presentano, infatti, un trend di crescita positivo ed interessante,
anche se sono ancora lontani dalle performances degli anni '80.
La crescita del settore e l'ottimismo di diversi operatori sono determinati da
una serie di fattori che caratterizzano sia il mercato della consulenza, sia il
mercato delle imprese, le fruitrici dei servizi consulenziali.
Innanzi tutto è aumentata la consapevolezza, da parte delle aziende, della
importanza del consulente.
Il consulente non è più visto come un costoso intruso in azienda, ma si
comincia a comprendere che la sua professionalità, le sue competenze, il suo
ruolo possono dare un significativo contributo ai risultati dell'azienda.
Professionalità significa svolgere il proprio lavoro in modo eticamente corretto.
Competenza significa possedere conoscenze ed esperienze interfunzionali,
capaci di dare una risposta esauriente alle esigenze dell'azienda.
Ruolo significa porsi di fronte alle problematiche del cliente in posizione super
partes, la quale garantisce quella obiettività necessaria per la risoluzione dei
problemi, e soprattutto significa (e qui si può parlare di ruolo nuovo del
consulente) essere partner dell'azienda.
Questi aspetti implicano che la figura del consulente deve porsi in maniera più
moderna di fronte al cliente. In particolare, il consulente deve diventare
appunto un partner dell'azienda, cioè un consigliere di fiducia che si affianca
all'imprenditore o al management aziendale e suggerisce come muoversi per
mantenere e migliorare lo stato di salute nel tempo.
Egli non deve più essere uno specialista da chiamare solo quando c'è
qualcosa che non funziona.
Il consulente deve svolgere la funzione di attento osservatore, capace di
cogliere in anticipo le tendenze e le opportunità e di tradurle in occasioni di
business per il cliente; non può più pensare di proporre solo soluzioni
specifiche a problemi specifici.
E' evidente che questa funzione difficilmente può essere svolta da un
consulente singolo.
Spesso è necessaria una struttura, composta naturalmente da singoli
individui, capace di integrare il know-how di ciascuno per servire l'azienda
cliente in modo globale o per fornire competenze specializzate a seconda
delle necessità, al fine di fidelizzare la clientela.
La crescita del settore e l'ottimismo di diversi operatori sono dovuti anche al
fatto che si stanno presentando sul mercato nuovi potenziali clienti come, per
esempio, la Pubblica Amministrazione e il settore del non profit.
La Pubblica Amministrazione ha acquisito la consapevolezza della necessità
della consulenza organizzativa e del controllo di gestione per recuperare in
competitività, efficienza e qualità del servizio al cliente.
D'altra parte, salvo alcuni casi sporadici, essa non ha ancora preso delle
iniziative significative in questa direzione. In tale ambito c'è quindi ampio
spazio per i consulenti.
Il settore del non profit è completamente nuovo e non ha avuto ancora nessun
contatto con il mondo della consulenza. E' possibile che nel prossimo futuro
possa diventare un mercato interessante per il mondo consulenziale.
Per quanto riguarda le imprese, bisogna distinguere tra le grandi e le medio-
piccole. Se è vero che per entrambe le categorie gli imperativi rimangono pur
sempre gli stessi e cioè:
- aumentare i ricavi e ridurre i costi,
- aumentare la competitività,
- migliorare l'efficienza organizzativa,
- promuovere l'internazionalizzazione,
riteniamo, tuttavia, che si debbano fare alcune considerazioni distintive.
Il mercato della grande impresa, a causa della crisi economica e delle
riconversioni industriali, si è ridotto notevolmente.
Il mercato più prospero, invece, è e sarà quello delle piccole e medie imprese.
Infatti, sono soprattutto queste ultime che cominciano ad avere una certa
sensibilità verso la consulenza e che hanno più bisogno di supporto. Questo
dipende, principalmente, dal fatto che spesso non hanno al loro interno la
cultura e le competenze necessarie per affrontare i loro problemi, i quali,
d'altra parte, stanno diventando sempre più pressanti.
Questo mercato, tuttavia, risulta essere poco adatto per le multinazionali della
consulenza perch� hanno una cultura ed una metodologia lontane
dall'imprenditore e costi molto elevati.
La piccola e media società di consulenza, invece, è in grado di realizzare con
la piccola e media impresa quella sinergia, basata sulla flessibilità, sull'utilizzo
di un linguaggio comune, sulla concretezza dei risultati, che porta al successo
di un intervento consulenziale.
D'altra parte, la piccola e media società di consulenza non è esclusa dal
mercato delle organizzazioni complesse (quali, per esempio, banche e
pubblica amministrazione).
Infatti, queste organizzazioni devono realizzare i loro cambiamenti attraverso
piccoli progetti integrati, che soprattutto un piccolo gruppo flessibile e
competente di consulenti è in grado di realizzare.
Nell'ambito della consulenza di direzione si intravedono chiaramente alcune
aree di intervento che sono e saranno maggiormente richieste dalle aziende.
Le aree indispensabili sono quelle della organizzazione aziendale e del
controllo di gestione, seguite dal marketing e dalla strategia per le piccole e
medie imprese.
In particolare, organizzazione e controllo di gestione devono integrarsi per
essere di supporto alla definizione delle strategie aziendali.
Emergono, negli ultimi tempi, anche altre aree di intervento interessanti, come
l'information tecnology e la sicurezza, ma rappresentano fette limitate del
mercato consulenziale.
Gli obiettivi delle imprese saranno sempre quelli di vendere di più e spendere
di meno e ciò è possibile intervenendo, principalmente, nelle prime due aree
indicate.
Realizzare un progetto di consulenza presso un'azienda cliente significa
comprendere, al suo interno, anche la formazione.
Consulenza e formazione devono essere due fenomeni inscindibili: lo
dimostra anche il fatto che spesso chi fa consulenza di valore fa anche
formazione.
Concepire la consulenza in modo corretto e completo significa fare
formazione on the job; significa, cioè, portare cultura e metodologie attraverso
l'affiancamento all'impresa ed ai suoi dipendenti, affinch� i contenuti
dell'intervento siano acquisiti dalle persone. Solo in questo modo un progetto
di consulenza avrà successo.
Essere partner del proprio cliente vuol dire, anche, considerare la
formazione come fattore chiave di successo per la realizzazione di un
progetto di consulenza.
Le imprese devono diffidare da quelle società di consulenza o da quei
consulenti che "vendono" consulenza: costoro forniscono, ad aziende diverse
di settori diversi, pacchetti di prodotti preconfezionati, check-up ecc., che non
hanno nulla a che vedere con il servizio che la consulenza di valore deve
fornire.
Un consiglio, che ci permettiamo di dare ai fruitori della consulenza di
direzione ed organizzazione aziendale, è quello di rivolgersi alle associazioni
di categoria che sono in grado di indicare quali sono le società del settore che
possono dare un servizio di qualità.
This page copyright 1998 by Centro Studi Orientamento - All rights reserved